Chi è di scena? Benvenuti!

Chi è di scena - (2) nella foto M.V. Argenti, A. Benvenuti, P. CioniGiusto due anni sono passati dall’ultima volta che Alessandro Benvenuti ha calcato il palco del Manzoni. Allora il suo Un comico fatto di sangue ci mostrò l’abilità monologante dell’attore fiorentino, mentre oggi Chi è di scena lo vede all’opera con due bravi e giovani attori: Maria Vittoria Argenti e Paolo Cioni. L’affollato incontro col pubblico del sabato pomeriggio presso la saletta della sezione soci Coop di Pistoia è servita da presentazione/non presentazione di questo spettacolo di cui, per sua natura, è difficilissimo parlare. Si tratta, infatti, di un thriller comico, surreale e (perché no?) anche impegnato e portatore di grandi messaggi. La scena è occupata per un’ora e mezza da un Benvenuti seduto in poltrona, nei panni di un vecchio attore che da cinque anni ha tagliato i ponti col mondo e non esce di casa; da un giovane fan che riesce a farsi ricevere per fargli un’improvvisata intervista; da un donna seminuda distesa immobile e silente su una chaise longue. L’essenzialità della scenografia non tragga in inganno: gli spazi sono pienissimi, quasi stipati dalle parole dei due attori, dagli effetti sonori e dalle luci studiate al millimetro che creano uno spazio scenico di forte impatto. Lo stile, pur contenendo venature vernacolari toscane, si mantiene su binari molto british, puntando anzi su uno spessore culturale notevole e filosoficamente impegnativo. Tante le citazioni, i rimandi letterari e gli spunti di riflessione presenti, tra una battuta e l’altra. Un testo solo apparentemente leggero, quindi, che, soprattutto nel finale, si apre ad un grande pathos. Come raccontato dagli stessi attori nell’incontro col pubblico, ad ogni replica il testo si arricchisce di sottotracce, modifiche magari minime ma sostanziali, evolvendo come un corpo vivo per diventare qualcosa di sempre più vicino alla sua vera essenza, che anche l’autore scopre poco a poco, strada facendo. Poco altro si può dire sul contenuto della pièce per non sciupare i ripetuti colpi di scena a chi non lo avesse visto. Per quanto riguarda la recitazione, è superfluo rimarcare la grande abilità di affabulatore di Benventuti, vera macchina da guerra di parole, smorfie e battute, accompagnato da un Cioni perfetto nei panni di un giovane pasticcione, ansioso e caricaturale. Un’ora e mezza che scorre via senza interruzioni e ci fa provare tutta la bellezza e la potenza del teatro, su cui lo stesso spettacolo si interroga. Meritati i lunghi applausi finali. In replica anche oggi pomeriggio alle 16.


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